Nello stile Shotokan troviamo 26 Kata.I primi 15 kata classici furono tradotti in giapponese e codificati dal M. Funakoshi. In seguito sono stati aggiunti altri 11 kata.
Ogni Kata inizia e finisce con il saluto (Rei) che dimostra come il rispetto e la gratitudine siano le fondamenta della forza interiore del Karateka. Ogni tecnica è poi espressa con la corretta forma, dinamica, forza e velocità e, soprattutto, con il corretto spirito “Budō”. Tutti i kata sono strutturati secondo uno schema che prevede un determinato tracciato prestabilito (Enbusen).
Il praticante deve mantenere, durante l’esecuzione, un’attenzione costante. Ad indicare il suo essere sempre pronto e presente verso gli immaginari avversari che lo attaccheranno durante l’esecuzione del Kata. Ogni kata propone diverse tipologie di difesa contro più avversari, talvolta anche armati. Attraverso l'esercizio del Kata il praticante capisce come trasformare i movimenti appresi nel Kihon in tecniche utilizzabili in una reale situazione di combattimento.
ELENCO DEI KATA CLASSICI DELLO SHOTOKAN
KATA DI BASE
TAIKIOKU
- Taikioku Shodan
- Taikioku Nidan
- Taikioku Sandan
TENNO KATA
HEIAN
- Heian Shodan
- Heian Nidan
- Heian Sandan
- Heian Yondan
- Heian Godan
KATA INTERMEDI
- Tekki Shodan
- Tekki Nidan
- Tekki Sandan
- Bassai Dai
- Enpi
- Kanku Dai
- Hangetsu Jion
KATA SUPERIORI
- Bassai Sho
- Kanku Sho
- Jitte
- Gankaku
- Nijushiho
- Ji'In
- Chinte
- Wankan
- Sochin
- Meikyo
- Gojushiho Dai
- Gojushiho Sho
- Unsu
TEN NO KATA
Ten no Kata è stato codificato dal M° G. Funakoshi. Lo scopo di questo kata era di fornire uno strumento Tecnico/Educativo più semplice e di facile acquisizione per i principianti, le donne, i bambini e i vecchi. Per crearlo, il Maestro aveva selezionato varie tecniche da più di trenta kata, che costituivano la base della cultura del Karate Do. Esso si compone di due parti, una “OMOTE” (tr. Davanti), da eseguirsi da soli e una “URA” (tr. Dietro) in cui vi è la presenza di un avversario. Il significato del nome di questo kata è “Kata dell'Universo”. Oggi il Ten no Kata e i Taikyoku, Nidan e Sandan, non vengono quasi più praticati nei Dojo.
TAIKYOKU
STORIA: Taikyoku SHODAN è il primo kata che viene insegnato alle cinture bianche. I tre kata, Shodan, Nidan e Sandan, sono molto semplici e vengono utilizzati con i praticanti inesperti come preparazione per lo studio successivo degli Heian. Sono presenti le tecniche di base del karate, oitsuki chudan (pugno corrispondente all’addome), posizione shotokan di Zenkutsudachi e parata gedanbarai (bassa) nello Shodan. Nel Nidan, diversamente dal shodan, l'oitsuki deve avere la direzione jodan (al viso), la posizione non varia, sempre Zenkutsu. Invece il Taikyoku Sandan si diversifica dai precedenti due kata per la parata Uchiuke e per la posizione in kokutsudachi, l'oitsuki chudan laterale in posizione zenkutsudachi e oitsuki Jodan nei tre passi. La traduzione letterale del termine Taykyoku è “grande insegnamento” o “primo percorso” o “causa prima”.
Curiosità: i kata Taykyoku, con alcune differenze, vengono praticati sia da altri stili di Karate come Shito Ryu, Goju Ryu, Go Kan Ryu, Kyokushin e da arti marziali quali Tae Kwon Do e Tang Soo Do. Le scuole coreane chiamano il kata Kicho Hyung, usando come simbolo un bambino che impara a camminare
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SIGNIFICATO DEL NOME: causa prima o primo percorso.
HEIAN
STORIA: I Kata Heian derivano dagli antichi Pinan di Okinawa. Kata di Shuri-te, si pensa provengano da kata cinesi chiamati “channan”. L’origine del nome è da imputarsi alla frase “heiwa-antei” (tr. pace e tranquillità). Esprimono umiltà, motivo per cui iniziano con una parata. Vennero introdotti dal M° A. Itosu nel 1905 per l'insegnamento nelle scuole, in modo da agevolare l’apprendimento dei ragazzi più giovani e inesperti. Si pensa anche che il Maestro li abbia epurati delle tecniche per uccidere, sostituendo, ad esempio, tutte le tecniche a mano aperta, con le mani chiuse a pugno. Modificati dal M° Funakoshi, vennero da lui considerati fondamentali perché contenenti tutte le tecniche necessarie per potersi difendere. Sono praticati da molti stili. Alcuni storici fanno derivare questi Kata da Kanku Dai, altri sostengono che alcune parti provengano dai Bassai.
SIGNIFICATO DEL NOME: pace e tranquillità o pace dello spirito, mente pacifica
TEKKI
STORIA: I tekki derivano da un’antica forma chiamata Naihanchi, dello stile Shuri-te. Si pensa siano stati codificati dal M°. Matsumura e modificati da M°. Itosu in tre forme più corte chiamate Nihanchi shodan, nidan, sandan, divenute poi, grazie a Funakoshi, che volle utilizzare una terminologia giapponese, Tekki. Esistono diverse teorie per spiegare il significato della linea orizzontale usata nell’applicazione di tutte le tecniche di questi kata. Diciamo che tutte concordano sul fatto che, tradizionalmente, questi kata insegnassero come difendersi trovandosi con le spalle al muro o comunque in uno spazio “a corta distanza”, in cui ci si potesse muovere poco. Alcune parlano di uno scontro all'interno di una barca, altre di tecniche per combattere sulla diga di un campo di riso o con un muro alle spalle e gli aggressori ai lati. Le posizioni assunte in Kiba-dachi (tr. posizione del cavaliere di ferro) pare servano allo sviluppo della forza del praticante. Si dice che il M° Motobu conoscesse soltanto questo Kata e, attraverso la sua pratica ripetuta, poté afferrare l'essenza del Karate e la sua profondità. La traduzione originale del nome è “combattere tenendo la postazione” mentre la traduzione giapponese è “cavaliere di ferro”, per la sua posizione forte in Kiba-dachi.
SIGNIFICATO DEL NOME: cavaliere di ferro, la traduzione originale era combattere tenendo la postazione.
BASSAI
STORIA: Non si sa con certezza l’origine di questo kata. Si pensa derivi da un’antica forma cinese, insieme ad altri kata, giunti alle isole Ryukyu nei primi anni dell'800. Il nome originale di Okinawa era Passai o Patsai, il cui significato originario è “rompere in pezzi”, trasformato poi in Bassai dal M° Funakoshi. Esistono 12 versioni del kata, codificate da altrettanti maestri, ad esempio Matsumura Passai, Ishimine Passai, Tomari Passai, ecc. La più antica delle forme è riconducibile a Oyadomari Peichin. E' uno dei kata più diffusi tra i vari stili. Bassai Sho fu introdotto dal M° Itosu, il quale lo imparò dal M° Matsumura. Il significato giapponese di Bassai è “penetrare una fortezza” oppure “togliere un sasso dalla base”. Gli ideogrammi del Bassai richiamano la rapidità e la potenza dei movimenti. In Bassai dai si possono ritrovare tecniche e parate, che da una situazione di svantaggio iniziale, portano il praticante alla conquista di una posizione vantaggiosa. Il Bassai sho contiene tecniche morbide e circolari. In generale, i Bassai aiutano a migliorare la forza e la stabilità.
SIGNIFICATO DEL NOME: attraversare o distruggere la fortezza, grande “dai” o piccola “sho”.
KANKU
STORIA: I Kata Kankū derivano da un antico Kata chiamato Kūshankū. Era il nome di un antico Maestro di arti marziali cinesi, giunto ad Okinawa nel 1761, inviato dall’imperatore Ming. Il Kata venne trasmesso al suo allievo, il M° Sakugawa, esperto di Tō-De, che lo rielaborò e lo trasmise al M° Matsumura. Quest’ultimo lo insegnò al M° Itosu che codificò le due forme che noi oggi conosciamo. Si narra che Kanku-Dai fosse il kata preferito di Gichin Funakoshi. Sicuramente questo Kata, insieme a Bassai dai, rispecchia l’anima dello stile shotokan.
SIGNIFICATO DEL NOME: a kan “guardare” e KU: Cielo grande “dai” o piccolo “sho”, guardare il cielo o osservare il sole che sorge.
ENPI
STORIA: Questo kata era praticato nella regione di Tomari, motivo per cui si pensa discenda dal tomari-te. Di provenienza cinese, deriva da un kata chiamato Wan-Shu, considerato il più antico dei Kata studiato sull’isola di Okinawa. Il termine “Wanshu” ha origine dal nome di un inviato militare cinese che, in visita a Okinawa, lo insegnò nel villaggio di Tomari attorno al 1683. Si ritiene sia stato influenzato dal Kempo cinese. Il M° Funakoshi nel suo “Karate-Kenpo delle Ryu-Kyu” ne descrive i 40 movimenti e conferma l'origine di Tomari. Il kata fu praticato esclusivamente a Tomari sino al 1871. Dopo si iniziò a praticare anche a Shuri e a Naha. Ha subito varie modifiche e correzioni da parte del M° Matsumura e dal M° Itosu. La trasformazione giapponese in “Empi” che significa “Volo di rondine” è da imputare alle variazioni di movimento, (pugno alto, presa, ginocchiata, attacco basso, cambio di direzione, il salto quasi a spirale, il tempo), che ricordano l’irregolarità del volo di una rondine.
SIGNIFICATO DEL NOME: volo di rondine.
JION
STORIA: Questo kata si pensa sia di origine cinese. Al M° Itosu si deve la trasformazione da Tomari-te a forma Shuri-te, intorno al 1870. Il significato della parola Jion si fa risalire al tempio buddista di Jion-Ji , un monastero Shaolin, ove i monaci praticavano arti marziali. Si pensa quindi che il kata sia nato nel tempio. A conferma di ciò la posizione di partenza del kata uguale alla posizione di saluto dei monaci Shaolin. La sua pratica porta ad una profonda armonia tra corpo e spirito. La traduzione del nome è “scritti buddhisti”, o “Amore di Budda e riconoscenza”. Il nome originale Jion-ji significava ad Okinawa “suono del tempio”, mentre in Giappone assunse il senso di “amore e grazia”. Questo kata è attualmente praticato nel karate stile Shotokan e nel Wado Ryu. Curiosità: si dice che la corretta esecuzione di questo Kata somigli alla perfetta maturità del Buddha.
SIGNIFICATO DEL NOME: amore di Buddha e riconoscenza, anticamente suono del tempio.
JITTE
STORIA: Questo kata proviene dal Tomari-te, poi modificato dal Shuri-te. Codificato dal M° Itosu attorno al 1870, si pensa che storicamente servisse a disarmare un avversario armato di bastone. Il termine jitte è la contrazione di un’espressione Giapponese, il cui significato è “saper affrontare dieci avversari”, oppure il nome può far risalire alla grande forza, di dieci mani appunto, che la pratica di questo Kata può sviluppare. In Giappone viene chiamato anche Jite o Jutte. Altre fonti sostengono che il nome derivi dalla parata Yama Uke, presente nel Kata, che ricorda la sagoma di un Jitte (derivato dal Sai, arma tradizionale di Okinawa, che secondo alcuni era in origine uno strumento agricolo usato per misurare i gambi). Questo Kata ha come peculiarità l’uso, in molte tecniche, della mano aperta e l’assenza di calci. Curiosità: il jitte è un'arma, usata dai funzionari giapponesi nel periodo tra il 1600 e il 1800. Attualmente è l’arma principale del Juttejutsu.
SIGNIFICATO DEL NOME: dieci mani o mano del tempio.
JIIN
STORIA: Come Jion e Jitte, il suo nome inizia con “Ji“ ad indicare la stessa radice e provenienza, ovvero Kata della scuola Shuri-te proveniente da Tomari. G. Funakoshi diede a questo Kata il nome Shokyo, cambiandolo poi nell'attuale Jiin. Lo stile shotokan ha perso le ultime quattro tecniche che permangono ancora nello Shorin Ryu. Il suo significato è "terreno o suolo del tempio". Una tecnica comune alla serie dei Ji è l'uso del teisho “tr. tallone della mano” e della posizione di guardia iniziale tipicamente cinese. Jiin contiene difese doppie e simultanee.
SIGNIFICATO DEL NOME: tempio dell’amore di Buddha.
MEIKYO
STORIA: Unica certezza è la sua nascita in Cina. Si pensa sia stato portato ad Okinawa da un abitante andato in Cina. Conosciuto con il nome Rohai, tramanda la sua forma originale nel Tomari te. Dopo il 1871 venne introdotto a Shuri e a Naha. Pare che il M° Itosu abbia aggiunto le varianti shodan, nidan e sandan del kata. Il significato del kata è legato alla posizione su una sola gamba. Ad Okinawa, infatti, il suo nome significava “visione di un airone bianco o segno di un airone”, mentre in Giappone assume il senso di “pulizia dello specchio o specchio splendente”. Attualmente vi sono diverse versioni di questo kata, tutte elaborate dalla forma originale di Tomari-te. Le tre varianti che si praticavano ad Okinawa si distaccavano molto dal Kata che è giunto sino a noi. Il M° Funakoshi lo insegnò, ma la vera diffusione si ebbe dopo la sua epoca. Curiosità: nel Karate esiste una tecnica chiamata “Sankaku tobi” (tr. salto triangolare) presunta come segreta, simile a quella eseguita alla fine del Kata.
SIGNIFICATO DEL NOME: visione di un airone bianco o specchio splendente.
NIJUSHIHO
STORIA: L’ipotesi più accreditata è che questo kata, originario della Cina, fu portato ad Okinawa verso i primi del 1900 dal M° Arakaki alla scuola del Naha-te, insieme ai kata Sochin e Unsu. Nel 1930 iniziò ad essere praticato dagli aderenti allo Shotokan. Il M° Funakoshi lo chiamò NIJU SHIHO, ovvero “NIJU SHI” che significa “Ventiquattro” e “HO” corrispondente a “passi”. Ventiquattro passi, corrispondenti al numero degli spostamenti presenti nel kata.
SIGNIFICATO DEL NOME: 24 passi.
SOCHIN
STORIA: Kata shorin di Okinawa, della scuola di Haragaki, chiamato “Hakko”, il cui significato è “ grande vincitore”. Questo kata è conosciuto solo negli stili Shotokan e Shito Ryu. Rappresenta il legame tra il karate e la divinità buddista “Fudo” posta a difesa del tempio Todai-ji, con una posizione di guardia in fudo-dachi (sochin-dachi). Rappresenta la difesa di una causa giusta. Ecco il motivo per cui in alcune traduzioni del nome vengono riportati i concetti di “muovere in battaglia” oppure “conservare la pace”. Traduzioni in apparenza contraddittorie. In effetti sono da intendere nel significato di “andare in battaglia per interromperla e ripristinare la pace”. Il Kata fu introdotto nello shotokan dal M° Yoshitaka Funakoshi, verso la fine del 1930. La traduzione giapponese è “forza tranquilla” o “la grande calma”. Ciò che lo contraddistingue è la difficile posizione di Fudō-dachi, propria del M° Y. Funakoshi, posizione che dà l'impressione di essere radicati al suolo. Non a caso, un altro significato attribuito fu quello di “pesante”, “stabile”.
SIGNIFICATO DEL NOME: la grande calma o forza calma o conservare la pace.
GOJUSHIHO
STORIA: Questo kata si pensa giunto ad Okinawa dalla Cina grazie al M° Matsumura. La sua provenienza cinese è testimoniata dall’influenza degli stili della Gru e della Tigre, in esso presenti. Le prime notizie inerenti a questo kata risalgono attorno al 1600, nei testi Bubishi (considerata la Bibbia del Karate). Vi si fa riferimento, parlando di movimenti simili a “i 54 passi della tigre nera e il pugno della gru bianca”. Fu poi il M° A. Itosu a creare Goju shiho sho e Goju shiho dai, quale sintesi della sua personale esperienza nell’ambito del Karate Dō. Vennero chiamati anche ouseishi, la cui traduzione è “la fenice di Okinawa”. Si ritiene il Gojushiho il più antico fra i kata esistenti di Okinawa. Il significato originale è “54”, mantenuto anche nella traduzione giapponese con la sola aggiunta della parola “passi”. In questo kata sono presenti tecniche a mano aperta, con diversi movimenti, una in particolare a forma di “becco di gru”. Il M° Funakoshi chiamò il kata “Hotaku” per la sua somiglianza con un picchio dal becco appuntito, che colpisce la corteccia di un albero. GOJUSHI:cinquantaquattro HO: passi DAI: grande Cinquantaquattro grandi passi. GOJUSHI: cinquantaquattro HO: passi SHO: piccolo Cinquantaquattro piccoli passi. Curiosità: c’è un principio filosofico celato dietro ai 54 passi. Essi rappresentano il collegamento di tutti i passi che si compiono nel corso della vita, in una continuità tra presente, passato e futuro. Altra curiosa informazione. Nella versione di Tomari, è presente un barcollamento laterale, che assomiglia ai movimenti insicuri di un ubriaco. Ecco perché questo kata è conosciuto anche come il “kata dell'ubriaco”.
SIGNIFICATO DEL NOME: 54 passi, anticamente 54 passi della tigre nera e il pugno della gru bianca.
HANGETSU
STORIA: Si dice sia un antichissimo kata di origine cinese, il più antico dello Shuri-te. Si trovano forme molto diverse di questo stesso kata. La versione della scuola di Naha-te privilegia lo stile cinese, mentre la versione Shuri-te ha avuto una sua propria evoluzione. La versione Shuri è attribuita al M° Matsumura. Il M° Itosu lo ha modificato per poi tramandarlo al M° Funakoshi, suo allievo. Il M° Funakoshi nel suo libro “Ryu Kyu Karate Kempo” chiamò questo Kata Seishan (41 movimenti). Nel suo nome originale “Seisan” significa “13 mani” mentre in giapponese viene tradotto “mezza luna” per i suoi movimenti frontali, che con le mani e con i piedi vanno a tracciare semicerchi. Curiosità: una particolare cura deve essere posta nella respirazione, per svilupparne il controllo e per l’accrescimento della potenza richiesta.
SIGNIFICATO DEL NOME: mezza luna, nel vecchio significato tredici mani.
GANKAKU
STORIA: È considerato un kata molto antico, di cui non si conosce il creatore. Il nome originale di Okinawa era Chinto, pare derivato da un marinaio cinese naufragato nelle isole Ryukyu circa 200 anni fa e lì fermatosi ad insegnare. Il termine Chinto può essere tradotto come “combattere contro l'est” oppure “dove sorge il sole”. Fu praticato dal M° S. Matsumura e modificato dai M° Kiyatake e Itosu, per poi giungere all'ultima versione, adottata dal moderno Shotokan, codificata nel 1922 dal M° Funakoshi, il quale ne modificò il nome in Gankaku. I due ideogrammi che raffigurano il nome indicano la posizione di una gru su una roccia. L’immagine rievocata è quella di una Gru, posata sulla cima di una roccia, su una gamba sola, che si difende dai suoi nemici. Questo kata è praticato negli stili Shotokan e Shito-Ryu. Curiosità: nel taoismo la Gru è simbolo di immortalità e saggezza. La posizione su una sola gamba, che richiede equilibrio e concentrazione, veniva effettuata in origine con la pianta del piede contro l'interno del ginocchio, mentre nella versione Shotokan si effettua con il collo del piede sul cavo del ginocchio.
SIGNIFICATO DEL NOME: la Gru su una roccia, anticamente combattere contro l'est oppure dove sorge il sole.
CHINTE
STORIA: È un antico Kata di Okinawa, in cui la presenza di movimenti circolari evidenziano la sua origine cinese. Il M° Itosu, che probabilmente lo imparò dal M° Matsumura, lo tramandò codificandolo su tecniche di forme precedenti. Pare che la sua applicazione tradizionale sia stata perduta. Viene praticato negli stili Shito-Ryu e Shotokan. La traduzione del suo ideogramma può essere intesa come “calmare” o “placare”, ma anche “insolito”, “fantasioso” o “mano misteriosa”, “mano rara”. Questo kata, idoneo per la difesa personale, con la presenza di numerose tecniche con le mani aperte e un solo calcio, viene considerato adatto per le donne in quanto le tecniche dinamiche e gli ampi movimenti circolari presenti, non richiedono l’uso della forza per essere eseguiti.
SIGNIFICATO DEL NOME: mano misteriosa o rara, tecnica straordinaria.
UNSU
STORIA: Si tratta di un kata molto antico, si pensa proveniente dalla Cina. Venne annesso alla scuola di Naha-te, in seguito codificato anche a Shuri e trasmesso ai giorni nostri. Si ritiene sia stato introdotto a Okinawa dal M° Sakiyama e poi tramandato dal M° Arakaki. La traduzione del nome può essere intesa come “le mani come le nuvole”. Questo kata presenta un alto grado di difficoltà per essere praticato con maestria. Pertanto sarebbe meglio conoscere gli altri kata shotokan, tra cui Bassai, Jion, Jitte e Gankaku prima di impararlo. Curiosità: è presente in questo kata la tecnica di calcio circolare mawashigeri, sferrato da una posizione a terra. Questa tecnica, introdotta da Yoshitaka Funakoshi, è assente da tutti i kata shotokan. Altra caratteristica è l’uso della posizione Neko-ashi-dachi, poco usata negli altri kata shotokan.
SIGNIFICATO DEL NOME: mani come nuvole.
WANKAN
STORIA: Wankan è un Kata originario dell’isola di Okinawa, la cui storia resta in gran parte ignota. È certo che Wankan sia rimasto per molto tempo nel repertorio delle forme di Tomari-te. Le sue varianti furono riprese e ampliate dal M° Matsumura. La forma praticata attualmente nello stile Shotokan risulta ridotta, si pensa perché non codificata e quindi andata perduta. Il significato originale dell’ideogramma è “corona del re” o “corona imperiale”, è presente anche l’accezione “fruscio del pino”.
SIGNIFICATO DEL NOME: corona del re o imperiale oppure fruscio del pino.