Cosa si intende per corso di difesa per donne?
Il problema della sicurezza personale, specialmente per quanto riguarda il mondo femminile, è oggi quanto mai attuale. Sono nate moltissime iniziative, per aiutare le donne a tutelarsi, i corsi di difesa “riservati” sono proliferati, spesso vendendo con troppa superficialità promesse destinate, nel migliore dei casi, a rimanere pura chimera, nel peggiore, instillare una falsa sicurezza sulle proprie capacità, esponendo la persona a situazioni di pericolo in presenza di un’eventuale aggressione.
Partiamo da un punto fondamentale e imprescindibile: la possibilità reale di autodifesa è il risultato di un equilibrio tra il corpo, la mente, le emozioni/ sentimenti e da una serie di circostanze oggettive da valutare nella situazione specifica.
Ciò su cui si può e si deve lavorare è il migliorare ogni singola parte di questo equilibrio, tramite un allenamento costante, protratto nel tempo, delle tecniche fisiche e mentali proprie di un'arte marziale, in misura proporzionale alle condizioni fisiche, atletiche e alle competenze di base.
Lo scoglio iniziale da superare è il preconcetto per cui le arti marziali sono sport violenti, maschili e da non iniziare in età adulta. Invece secondo molti studi, pare che le donne, per le loro caratteristiche fisiche, possiedano un’agilità e specifiche abilità che le predispongono positivamente alla pratica del karate. Inoltre, non è da sottovalutare, il complesso dei vantaggi terapeutici sia fisici che mentali riscontrati in seguito alla pratica costante e consapevole di una disciplina marziale, a maggior ragione in età adulta.
Nell'ottobre del 2009 il M° Mocci ha deciso di aprire un corso di difesa personale per donne. La sua grande esperienza maturata in decenni di pratica, gli ha permesso di identificare gli elementi basilari su cui impostare il programma di lavoro. Nulla di inventato o di improvvisato. Il suo studio ha tenuto conto, in una sintesi armonica, degli insegnamenti tratti dal karate tradizionale shotokan e dal goshindo. Un mix funzionale e strategico, in cui lavorando sul senso innato di autoconservazione proprio di ogni persona e pianificando programmi di allenamento ad hoc, che tengono conto e delle caratteristiche individuali di ogni praticante e del livello di abilità e competenze iniziale, ha portato nel tempo ad una crescita e al miglioramento delle competenze del gruppo. Agire sull’autostima, dimostrando che ognuno di noi ha dentro di sé capacità e abilità, che spesso restano nascoste; il confronto con sé stessi, con gli altri, con situazioni nuove è il punto di partenza e di arrivo di quest’esperienza. Scoprirsi, individuare qualità in proprio possesso ma mai utilizzate, accettarsi, nelle proprie emozioni siano esse deboli o forti, mettersi alla prova in esperienze mai provate, uscire dalle proprie sicurezze, dai percorsi di vita abituali, rompere schemi e costruirne di nuovi, questo è stato l’aspetto più interessante di questo lavoro.
Sono trascorsi diversi anni da questa iniziale scommessa, che ha portato un folto gruppo di donne a crescere e a maturare. Non si può affermare che in presenza di potenziali pericoli, la persona sia pronta a difendersi e a vincere, ma forse nessuno può arrogarsi tale diritto! Ma sicuramente, qualcosa dentro ognuna è cambiato, si è modificato, è uscito. Col passare del tempo, sono entrati nel gruppo anche uomini, allievi del karate shotokan, cinture di grado superiore che hanno coadiuvato il lavoro del Maestro, e che, nel contempo, hanno beneficiato dell’apporto introdotto dalla presenza delle abilità, delle specificità di ciascun elemento di questo gruppo.
Quale sarà la nuova scommessa?