Il kumite, il cui significato letterale è “incontro di mani” (da “kumi” tr. Mettere insieme e “te” tr. mano) ovvero combattimento, confronto con un avversario, è stato introdotto nella pratica del karate, da Yoshikata Funakoshi, figlio del Maestro Gichin, intorno al 1930. Yoshikata andò contro le idee del padre, che non reputava valido, come metodo di insegnamento, il combattimento.